SALAMANCA – Soggiorno Studio

SALAMANCA - Soggiorno Studio

All’alba del 31 esimo anno di insegnamento, proprio quando pensavo di aver visto tutto, la scuola non finisce di stupirmi. E talvolta in positivo. In un mondo educativo molto spesso alla ribalta della cronaca per episodi poco edificanti e specchio fedele di una società in crisi di valori e comportamenti, un viaggio studio si può miracolosamente trasformare in un’esperienza di riabilitazione e redenzione. Non facciamoci quindi prendere dalla dilagante disperazione e dallo sconforto, i giovani d’oggi sono sempre ed ancora un diamante grezzo che, con l’aiuto di buoni insegnanti ed insegnamenti, può arrivare a splendere in tutta la sua bellezza ed unicità.

Il viaggio studio a Salamanca, mirabilmente organizzato dal Prof. Carcheri, prontamente e brillantemente coadiuvato dai suoi colleghi Proff. Valnegri e Falco, si è rivelato un’occasione unica e preziosa a dimostrazione di quanto affermato. In questo tipo di esperienza era previsto che i ragazzi venissero ospitati da famiglie Salmantine e frequentassero durante il loro soggiorno una scuola locale di lingua spagnola.

L’obbiettivo dell’iniziativa era quella di poter così apprezzare e conoscere differenti modi e ritmi di vita, approfondire la conoscenza della lingua e condividere momenti di vera atmosfera familiare, diventando parte integrante della comunità locale. Alla mattina era prevista la parte didattica della giornata, distribuita su quattro ore di lezione, mentre al pomeriggio erano organizzate attività esterne che prevedevano un coinvolgimento diretto dei ragazzi al di fuori della scuola. Lezioni di ballo, itinerario della città seguendo un ideale percorso storico e letterario, visita a luoghi e monumenti importanti nella vita e nella storia spagnola, interviste a persone del posto durante la spesa al mercato locale: tutto naturalmente e rigorosamente in lingua spagnola.

L’entusiasmo con cui i ragazzi hanno partecipato alle iniziative educative, didattiche e ricreative è stato contagioso e inaspettato. Ogni mattina, tutti incredibilmente puntuali all’inizio delle lezioni, raccontavano in modo appassionato le serate trascorse in famiglia, cenando e conversando come se fossero stati a casa loro. Gli insegnanti della scuola “Dice”, alla quale ci siamo appoggiati per l’iniziativa, sono rimasti impressionati dalla partecipazione dei nostri ragazzi, dalla loro predisposizione per la lingua e dai risultati conseguiti dopo una sola settimana di studio. Ben cinque di loro, a coronamento dei buoni esiti conseguiti alla fine delle lezioni, si sono aggiudicati una borsa di studio per una ulteriore settimana gratuita di corso.

Si è infine naturalmente instaurato tra docenti locali e allievi un rapporto di reciproco apprezzamento che è stato il vero valore aggiunto di questa esperienza non solo scolastica, ma anche e soprattutto di vita. Nella scuola di oggi si organizzano tanti viaggi di istruzione, ma la magia creata da un’attività di questo genere, facendo vivere ai ragazzi una realtà di studio locale e di vita in famiglia, è stata davvero unica, diversa e profonda. Il momento dei saluti finali si è rivelato senza dubbio quello più emozionante ed è anche il motivo che mi ha spinto a scrivere queste righe a commento di quanto vissuto.

Nel clima generale di euforia e nostalgia di quel commiato, una coppia di genitori ospitanti, con due bambini piccoli al seguito, si è avvicinata a noi insegnanti per ringraziarci dei momenti vissuti con i nostri ragazzi e per sottolinearne l’educazione, la simpatia e il buon comportamento dimostrati durante tutto il loro soggiorno. Nella loro esperienza di famiglie che accolgono ragazzi provenienti da tutto il mondo, hanno elogiato sopratutto la buona educazione degli studenti italiani in generale e dei nostri in particolare. Tutto questo, a detta loro, frutto di un sistema, di un metodo e di un paese che, a quel riguardo, dovevano lavorare davvero bene e secondo un modello serio e programmato. Stavano parlando dei nostri studenti e della scuola italiana, oggetto molto spesso di giudizi e critiche avventate ed ingiuste.

Mi sono sentito felice, orgoglioso e nello stesso tempo quasi imbarazzato a ricevere tutti quei complimenti, che volevano essere nella loro semplicità una sorta di importante riconoscimento e apprezzamento per un ruolo, un’istituzione e un paese troppo spesso facilmente maltrattati e sottostimati. All’arrivo ho quindi ringraziato uno per uno i nostri ragazzi. Questa volta la lezione ce l’hanno data loro e il Falcone, sullo slancio di questa iniziativa, ha spiegato le ali e ha definitivamente spiccato il volo.

Tenetevi stretti e allacciate le cinture, si decolla verso nuove mete….Salamanca è stata solo l’inizio…buon viaggio Falcone.

Prof. Fabrizio Falco