Daniele Ghione: Laboratorio GPS e Fotografia

Daniele Ghione: Laboratorio GPS e Fotografia

Istituto Falcone di Loano: il laboratorio di fotografia intitolato a Daniele Ghione, maresciallo dei carabinieri caduto a Nassiriya

Loano. Questa mattina presso l’istituto Falcone di Loano si è tenuta la cerimonia di intitolazione del laboratorio di Gps e Fotografia al maresciallo capo dell’Arma dei Carabinieri Daniele Ghione, vittima dell’attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003.

Daniele Ghione fu studente dell’istituto per geometri “Leon Battista Alberti” di Loano. All’indomani della strage in Iraq, la dirigenza scolastica gli aveva dedicato il laboratorio Gps (Global Positioning System) realizzato grazie al contributo della Fondazione De Mari di Savona. Di recente il laboratorio è stato riorganizzato per ospitare anche le attività di fotografia e, nel ventennale della strage di Nassiriya, si è deciso di rinnovare l’intitolazione al maresciallo Ghione.

Alla cerimonia erano presenti il prefetto di Savona Enrico Gullotti, il consigliere regionale Angelo Vaccarezza, membri dell’amministrazione comunale di Loano, i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, dell’Associazione Nazionale Carabinieri, del Provveditorato agli studi della Liguria, la dirigenza scolastica, gli insegnanti e gli studenti dell’istituto Falcone ed i familiari di Ghione.
“Oggi – ha detto il prefetto Gullotti – ricordiamo l’impegno di tanti nostri militari all’estero. Un impegno che distingue le nostre forze armate rispetto alle altre. La loro peculiarità, infatti, è quella di portare testimonianza di umanità e vicinanza alle popolazioni che vivono momenti di crisi. Una testimonianza che è peculiare dei valori del nostro Paese. In quei contesti pericolosi e rischiosi gli operatori devono comprendere le cause delle crisi e perciò il dialogo sul territorio è importante, anche per orientare al meglio le attività da mettere in atto. Il ricordo del maresciallo Ghione serve a ribadire questo impegno nell’interesse globale della sicurezza e della pace”.

Nel suo intervento il sindaco di Loano, Luca Lettieri, ha spiegato: “Oggi ricordiamo non solo il Daniele Ghione maresciallo dei Carabinieri, ma anche il Daniele Ghione ragazzo che, come tanti dei giovani presenti oggi, ha frequentato questo istituto, ha camminato per questi corridoi e si è seduto in questi stessi banchi. È difficile far comprendere ai più giovani il sacrifico di un ragazzo andato in Iraq con l’intento di portare la pace ed è tornato in Patria avvolto nel Tricolore. Giornate come questa contribuiscono a mantenere viva la memoria e l’esempio di persone come Daniele. A lui e alla sua famiglia va il nostro più sincero ringraziamento per il suo immenso sacrificio. E grazie anche ai nostri Carabinieri, che ogni giorno si impegnano per preservare quei valori di pace e giustizia che sono patrimonio della nazione”.

La parola è poi passata al consigliere regionale Angelo Vaccarezza: “Io e il sindaco Lettieri abbiamo studiato qui e siamo quindi ‘prodotti’ di questa scuola. Perciò tornare qui è sempre emozionante. E oggi lo è ancora di più. La strage di Nassiriya ha svegliato il nostro Paese. L’Italia ha dato e ha continuato a dare un importante contributo per la libertà in termini di vite umane. Una libertà che abbiamo avuto ‘in dono’ il secolo scorso e ora portiamo noi in altri Paesi. Quel terribile giorno ha fatto capire a tanti il ruolo della nostra nazione e ha dato le giuste dimensioni dell’impegno dell’Italia all’interno del nostro stesso Paese. Daniele Ghione ha fatto una scelta: quella di indossare una divisa. Una scelta che comporta tante responsabilità. Voi – ha aggiunto rivolgendosi ai ragazzi – siete studenti di una scuola dedicata a Giovanni Falcone, un altro grande uomo che si è assunto la responsabilità di difendere la giustizia e la legalità. Spero che qualcuno di voi decida di seguire questi esempi e di dedicarsi agli altri. Occorre ricordare per tramandare quei valori che hanno fatto di chi indossa una divisa la parte migliore dell’Italia, quella parte che va incontro alle difficoltà quando tutti gli altri le fuggono. Spero che il messaggio di Daniele porti altri a fare questa stessa scelta”.

Ha preso poi la parola il capitano Walter Crescentini, comandante della compagnia dei carabinieri di Albenga: “Grazie all’impegno dei ragazzi e dell’istituto Falcone tutto, oggi inauguriamo uno spazio dedicato a una delle vittime della strage di Nassiriya. Daniele Ghione era un ragazzo come tanti di quelli che sono qui oggi. Ha scelto di diventare un carabiniere e di partecipare ad una missione internazionale. Quando vanno all’estero, i carabinieri sono la testimonianza migliore dell’impegno in difesa dei valori della pace e della cooperazione internazionale. Valori che sono impressi nella Costituzione e che sono caratteristici del nostro Paese. Il nostro impegno, quindi, diventa motivo di speranza per le popolazioni alle quali prestiamo soccorso. Per questo motivo è doveroso ricordare Daniele Ghione e chi, come lui si è sacrificato per la pace diventando un esempio per i nostri giovani. Rivolgo un sentito ringraziamento ai suoi famigliari per aver manifestato, con la loro compostezza, la vicinanza all’Arma in tutti questi anni. E grazie ai ragazzi del Falcone, che in questi giorni sono stati vicini ai nostri militari”.

Crescentini ha poi letto un messaggio del comandante provinciale dell’Arma, colonnello Vincenzo Barbanera: “Ieri abbiamo celebrato i vent’anni della strage di Nassiriya ricordando il sacrificio di chi, quel giorno, ha perso la vita. Non solo tra i militari, ma anche tra i civili. Quella missione si proponeva di colmare il gap tra le forze locali e le forze militari impegnate nella prevenzione ed era perciò un esempio dell’internazionalizzazione del ruolo dell’Arma dei Carabinieri. Daniele Ghione aveva ben chiaro quali fossero i compiti di un uomo di pace. Compiti che chiunque può mettere in atto ispirandosi ai valori trasmessi dalla famiglia, dalla scuola e agli ideali di giustizia e libertà. Oggi inauguriamo un laboratorio dedicato alla memoria di Daniele Ghione. Una scelta ammirevole e significativa, un modo per ricordare un valoroso studente. Il miglior modo per ricordare l’uomo e il carabiniere Daniele Ghione”.
Nadia Dalmasso, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, ha ricordato che “la memoria ci caratterizza, ci dovrebbe insegnare e guidare nelle scelte future. Intitolare questo laboratorio a Daniele Ghione è un modo per rendere onore a lui e ai suoi famigliari e per ricordare i valori che hanno animato la sua vita. Valori importanti, che occorre preservare e mantenere vivi soprattutto nei giovani”.

Matteo Mirone, sindaco di Arnasco, è stato per cinque anni compagno di scuola di Ghione al Falcone e lo ha voluto ricordare leggendo una lettera scritta da un altro compagno a nome dell’intera loro classe: “Anche dopo vent’anni, Daniele c’è e non ci ha mai lasciato soli, specialmente nei momenti più cruciali. Ha un grande cuore e una onestà inscalfibile. Daniele si fida, ma purtroppo dopo vent’anni nulla è cambiato e troppe armi ancora uccidono. Nonostante ciò, in questo mondo ogni momento sarà ben speso se vivremo nell’amore, l’unica cosa che può far sparire le guerre. Daniele ci ha insegnato questo: il sacro valore della vita”.
Un amico di Ghione, anche lui carabiniere, si è detto “orgoglioso del fatto che ci siano iniziative di questo genere, volte a ricordare persone che, come Daniele, hanno dato la vita per la Patria. Abbiamo indossato la divisa con orgoglio. Quel giorno in tanti hanno perso la vita, ma anche noi che eravamo presenti ne hanno perso una parte. Daniele resterà sempre nel nostro cuore”.
Al termine della cerimonia è stata scoperta la targa dedicata a Ghione. Per l’occasione, l’ingresso del laboratorio è stato decorato con un murale che raffigura un carabiniere in missione. E’ visto di spalle, in contrasto cromatico rispetto al muro, e ha ai suoi piedi le macerie dei bombardamenti, che rimandano alle tragiche situazioni dei Paesi in cui i nostri militari sono chiamati ad intervenire. Lo sguardo è rivolto leggermente a sinistra, verso la porta del laboratorio, come se volesse accompagnare gli studenti nel loro lavoro all’interno. La figura è circondata da colori: il blu che simboleggia la fedeltà alla Patria, la pace e la sicurezza tra i popoli; il rosso e le sue sfumature che rappresentano la forza dell’Arma dei Carabinieri, il valore e le azioni che creano un cambiamento tra le nazioni; il giallo, colore luminoso e potente, colore del sole, della vita che rinasce e del futuro, dell’attesa di una felicità più grande e, in questo caso, della risoluzione di un conflitto e della pace; il viola, che tende a unire la calma del blu all’impulsività del rosso, creando una nuova dimensione, una forza intuitiva e fantastica che porta a credere che tutto sia possibile; il bianco, che rappresenta una pagina bianca su cui iniziare a scrivere una nuova storia, la storia degli studenti del Falcone che, a partire da questo primo murale, inizieranno a dipingere tutta la scuola.

IVG.IT